Rottamare una moto o demolirla prevede una precisa procedura e richiede un costo.
La pratica risulta meno dispendiosa in termini di tempo e di costi se precede l’acquisto di un nuovo mezzo. In tal caso il venditore si occuperà della rottamazione della moto, evitando all’acquirente di perdersi nelle pratiche burocratiche. Spesso sono gli stessi concessionari a incentivare l’acquisto di una moto nuova, elettrica o meno, offrendo la rottamazione nel pacchetto.
Ciclomotore e moto seguono un iter diverso per la rottamazione ed è quello che approfondiremo in questo articolo.
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Rottamazione moto
La moto va portata presso un centro di demolizione autorizzato oppure consegnata al rivenditore se abbiamo intenzione di comprarne una nuova di zecca. Oltre al mezzo si devono consegnare le targhe, il certificato di proprietà, digitale o cartaceo, e la carta di circolazione.
Il rivenditore rilascia all’acquirente il certificato di rottamazione e procede entro un mese alla cancellazione del mezzo dal PRA attraverso la richiesta di “cessazione della circolazione per demolizione”. Nel momento in cui il vecchio proprietario della moto riceve il certificato di rottamazione, decade la sua responsabilità futura sul mezzo.
Non è possibile rottamare una moto che in quel momento è sottoposta a fermo amministrativo, bisogna procedere prima al pagamento dell’importo. Quando la moto viene radiata dal PRA non è più obbligatorio il pagamento del relativo bollo.
Costo rottamazione della moto
Per rottamare una moto bisogna sostenere i costi dell’imposta di bollo e i costi ACI. Questi ultimi sono di 13,50 euro, i primi possono variare in base all’uso del modello NP3C e del certificato di proprietà ed essere di 32 o di 48 euro.
Naturalmente se la moto da rottamare non può più circolare bisogna considerare costi aggiuntivi per portarla al concessionario o al centro di rottamazione con un mezzo di trasporto.
Rottamazione scooter e ciclomotori
Scooter e motorini, la cui cilindrata non supera i 50 cc con velocità massima di 45 km/h, non sono registrati al PRA, pertanto il procedimento e i costi di rottamazione sono minori.
Bisogna presentare richiesta di radiazione per la demolizione utilizzando il modello TT 2118. Questo documento va presentato agli uffici della Motorizzazione Civile insieme a una fotocopia del documento di identità e del codice fiscale dell’interessato.
Vanno aggiunti anche il foglio originale del certificato di circolazione e i documenti rilasciati dal concessionario o dal centro di rottamazione. Inoltre va effettuato un versamento di euro 10,20 sul c/c postale 9001 ed un altro di 32 euro sul c/c postale 4028. Entrambe le ricevute di questi due pagamenti vanno consegnati alla Motorizzazione Civile insieme a tutta la precedente documentazione.
Nel caso il mezzo appartenga ad un soggetto minorenne occorrono anche la firma di un genitore ed una copia di un documento di identità.
Radiazione della moto per esportarla all’estero
Per esportare all’estero una moto immatricolata in Italia è necessario inoltrare la richiesta di cancellazione dal PRA e dall’archivio nazionale dei veicoli. Bisogna anche provvedere alla consegna delle targhe e della carta di circolazione.
E’ quanto stabilito dall’art. 103 del Codice della Strada, modificato e in vigore dal 1° gennaio 2020 per poter esportare all’estero una moto. Il mezzo deve inoltre essere stato revisionato, con risultato positivo, da non oltre sei mesi dalla data della richiesta di cancellazione.
Conclusioni
Come abbiamo scritto, spesso i concessionari propongono l’acquisto di una nuova moto offrendo di occuparsi della rottamazione di quella vecchia. Oggi che la sostenibilità ambientale è sempre più importante, si può orientare l’acquisto della nuova moto scegliendo un modello di moto ibrida o elettrica. In questo caso conviene controllare se c’è una forma di ecobonus che permette di usufruire di agevolazioni nell’acquisto.